Terza Pagina – Cultura e sicurezza

Storicamente la terza pagina dei quotidiani italiani era dedicata alla cultura, rappresentando uno spazio fondamentale per la crescita culturale del popolo ancora largamente analfabeta. Tra l’Ottocento e il Novecento qui venivano pubblicati romanzi d’appendice, varie rubriche e nel 1901, per la prima volta, il Corriere della Sera pubblicò la notizia della prima nazionale della tragedia Francesca da Rimini di Gabriele d’Annunzio. Per l’occasione l’intera terza pagina dell’11 dicembre 1901, fu dedicata all’evento.
Il portale IUL@Work, presentandosi agli utenti come testata di approfondimento sul tema del lavoro e della gestione della sicurezza, intende dedicare uno spazio specifico a tutto ciò che riguarda il mondo culturale ed artistico. L’obiettivo è quello di creare un ponte di collegamento tra due ambiti apparentemente lontani e distinti, invece spesso legati da finalità comuni. In più occasioni infatti il pretesto culturale è stato strumento e canale privilegiato per la diffusione di casi di denuncia e buone pratiche all’interno delle sedi di lavoro. Molti sono i film girati durante il Novecento che parlano di condizioni di lavoro massacranti, incidenti e mancanza di diritti. Il più emblematico è senza dubbio “Tempi moderni” di Charlie Chaplin, ma anche registi nostrani si sono impegnati per la causa come Mario Monicelli, Enrico Guazzoni e Pietro Germi. Letteratura sterminata sul tema della sicurezza, soprattutto nell’ultimo decennio. Ma anche rappresentazioni teatrali, romanzi e musica. A guardar bene è stata forse proprio la musica a rappresentare la prima forma artistica di lamento (e poi denuncia) delle condizioni di lavoro. Torna alla mente la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento quando emergeva un fenomeno sociale importantissimo tra gli schiavi afroamericani: il jazz. Le prime jam session che nascevano tra le piantagioni sud-americane avevano lo scopo di ritmare i movimenti ripetitivi e allo stesso tempo ritrovare speranza e conforto delle anime in canti collettivi e individuali improvvisati. Era una musica vocale, che accompagnava le giornate tra le piantagioni di cotone e la costruzione di strade e ferrovie.
Anche la Terza pagina sarà soggetta all’argomento che ogni due mesi accompagnerà la testata. Con proposte, suggerimenti, e chicche culturali, affronteremo il grande tema della sicurezza anche dal punto di vista intellettuale ed artistico. Questo primo numero ruota intorno alla “cultura della sicurezza”. Ecco allora alcuni spunti derivanti dall’ambito cinematografico, teatrale e letterario in cui si è parlato, più o meno esplicitamente, di situazioni di rischio e buone pratiche che garantiscano la sicurezza all’interno della società, a lavoro, a scuola, in famiglia, per strada.